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Monei.

Il Garolfo legge attento la pagina stropicciata che da qualche giorno giace sul tavolo: “Le banche protestano per i conti correnti gratuiti a favore dei pensionati fino a 1.500 Euro”. Il Nostro, di primo acchito, capisce che i nostri virtuosi Istituti di Credito  saranno costretti ad aprire un conto agli italici lavoratori quiescenti, mettendo loro a disposizione il gruzzoletto. “Beh, allora certo che le banche si hanno da lamentà, rimugina il Garo”. In realtà il gruzzoletto non lo prestano loro, ma lo portano i “vecchini”.  Quindi, per gli amati Istituti, non è sufficiente avere a disposizione denaro da far fruttare prestandolo ad altri con tassi da capogiro, ma è pure necessario che su quel gruzzoletto il “vecchino” paghi l’obolo. La custodia dei Gettoni d’oro deve pure avere un prezzo, anche perchè su un materasso gonfio di lattice anzichè di banconote, si dorme meglio. E già si vocifera che le lagnanze stiano facendo proseliti. I negozi di maglieria e i supermercati meditano di far pagare ai clienti 0,10 € cent/min il caldo (l’inverno) e il fresco (l’estate), di cui possono godere durante la permanenza, a prescindere dagli acquisti (contributo climatizzazione). Il gastronomo del mercato fisserà a 0,05 € cent il gesto di porre il pollo arrosto a colui/lei che lo ha acquistato (contributo consumo calorie). Il barista a 0,15 € cent il costo lavaggio bicchiere dell’aperitivo (oltre al prezzo dello steso). 0,20 € cent qualora l’avventore/trice faccia uso di rossetto (contributo brillantezza). Il Comune assoggetterà ad occupazione suolo pubblico i pendolari in attesa delle fermate dell’autobus. Il precipitato di tutto ciò è la netta sensazione che la povera clientela sia generalmente sottomessa ad elevati tassi d’usura. Delle parti innominabili.

Itali.

Breve vacanza (1). “Signora, sulla TV nella mia stanza non si vede Canale Cinque. Sa, è l’unico canale che guardo. Eppoi il menù dell’apparecchio non è in lingua italiana, non si può rimediare?”

Breve vacanza (2). “Mi scusi, non ci sono i cornètti?” “No, guardi, ci sono  la torta fatta in casa con il grano saraceno e la marmellata di mirtilli, le mele di produzione locale, il pane appena sfornato, la frittatina fatta all’istante oppure la crèpe con la Nutella ancora calda di piastra…”. “Ma proprio, cornètti no eh?”.

Il Garolfo osserva Italo, turista canuto di mezza età, che scruta la cameriera con un aria che pare essere un misto tra disgusto e stupore. Non ce la fa. Si sente in dovere di fare qualcosa per alleviare il forte disagio psichico dell’ospite. E prende una decisione.  Estrema quanto (il Nostro crede) saggia. Decide di rinunciare all’escursione mattutina con le ciaspole per fare un salto nel piccolo bazar del paese, recando ben salda nella zampetta destra la lista della spesa. Due litri di Brodo Pronto Star, Quattro Salti in Padella come se piovesse, Pasta Ai Quattro Formaggi Buitoni,  verdura avvolta nel cellophane disinfettata, sterilizzata e asettica, un Pollo Al Saccoccio. Per dessert, Viennetta, tre porzioni di Grand Soleil e un Panettone Motta (in saldo). Ah, si. Senza dimenticare uno scatolone di cornetti (pardòn, cornètti), surgelati. Da far scivolare nel forno al momento giusto. Il Garo ne è convinto. In questo modo il connazionale in vacanza, oltre alla mente, avrà pure la libidinosa sensazione del proprio corpo, ben saldi nella città di origine. Così. Per evitare deleteri traumi al suo rientro. Con buona pace per la sua igiene mentale e per i denari spesi alla pompa di benzina (ed alla cassa dell’albergo).