Gli sguardi dei musicanti misteriosamente al largo sopra una chiatta senza motore, tutti vestiti con il frac, si fanno sorpresi ed ebeti alla vista del motoscafo in radica con a bordo gli ormai conosciuti etilisti dell’Amaro, i quali, in spregio ai propri valori epatici, li portano in salvo con l’unico fine di scroccare la consueta doppia razione di bicchierini. Certo. Ne è passato di Amaro sotto i ponti dal cavallo morente con occhio spalancato che si drizza miracolosamente in piedi come un Lazzaro a quattro zampe dopo essersi fatto brutalmente spalancare le fauci da un veterinario che si asciuga il moccolo con il gomito.
Dalla fornitura dell’insostituibile (quanto misterioso) pezzo di ricambio nel deserto e dal recupero dell’Antico Vaso da una tendopoli popolata da un crocchio di perdigiorno. Tutte belle storie di vecchi ubriaconi che rischiano etilometro e brevetto dell’idrovolante per un mucchietto di cianfrusaglie. Secondo il Garolfo, non è vieppiù peregrino il rischio che i Salvatori si tramutino, un dì, in Salvati. Da qualche successore che recapiti loro, nel frigo da campeggio, un fegato tutto nuovo. Per mille altri festosi brindisi.