Un palinsesto tipo qualunque di marzo 2011, Primo Canale di Stato. Diretta dal cuore della Lombardia. Sullo sfondo un ampio parcheggio improvvisato di furgoncini, affastellati come in un Tetris, tutti fioriti di pentoloni bianchi puntati verso le stelle. “Da dove ha preso origine la Sua passione per gli aeroplani?” “Beh, invero mio padre era un Generale dell’Aeronautica Militare, io avrei voluto seguire la sua carriera ma per un banale problema di salute ho dovuto rinunciare, così ho cominciato a costruire, dipingere e far librare nell’aria modellini di aeroplano”. “L’altro giorno stavo facendo decollare, qua nel campo l’ultima mia creatura, il mio preferito, l’Hercules C-130, quando mi sono improvvisamente imbattuto…”. Dallo studio romano, un giornalista brizzolato, con tono secco: “Si certo, però non divaghi, le domande, se mi consente, le facciamo noi. Di questo avremo modo di parlare nelle prossime settimane, se non nei prossimi mesi…”. “Ma mi dica, possibilmente in maniera concisa, come ha reagito Suo padre al fatto che Lei non potesse seguire le Sue orme? E’ assicurato per eventuali danni? Che radiocomando usa per le Sue creature volanti? E che telecomando usava al momento del ritrovamento? E..se fosse nei panni dei genitori, valuterebbe di concedere il Cristiano Perdono ai responsabili?
Il Garolfo è assolutamente solidale con tutti i giornalisti, tuttologi, presentatori, per i quali sono attese settimane particolarmente impegnative. Ore ed ore di lavoro straordinario, domande improbabili a parenti, forze dell’ordine, amici, addetti alle ricerche, erpetologi, giallisti, sindaci, criminologi, anatomopatologi, medici legali, casalinghe, dog sitter. Il tutto ben condito da svariati metri quadrati di ottimo e morbido pelo. Da incollare, a strisce, sullo mucose dello stomaco.
Aggiornamento 2 marzo 2011. Come da previsione, puntuale come un orologio svizzero o un aeromobile (vero) tedesco. Eccolo, l’aeroplanino radiocomandato, con tanto di proprietario.