L’età consente al Garolfo di recuperare i ricordi di infanzia legati quella vecchia scatola in simil legno con i bottoni cromati. Vieppiù accompagnata (sotto il carrellino a rotelle con il ripiano di vetro e la tovaglietta di ricamo bianco), da quel corposo parallelepipedo grigio con lucetta rossa, dal nome così difficile per un bambino: “stabilizzatore“. Era una scatola magica. Non in sé. Ma perchè erano magici i contenuti che diffondeva. Persone in sfumature di grigio che parlavano ad altre persone, a colori, sedute sulle sedie del bar. Raccontando loro l’Italia che era e che sarebbe venuta, erudendole, liberandole da una delle pene detentive più crudeli a cui può essere sottoposto un Popolo. La non conoscenza. Di quella scatola, nella forma e, soprattutto, nei contenuti, è rimasto solo del percolato. A colori certo. Ma pur sempre percolato. Che si manifesta in forma di televendita. Le cui pentole con fondo smaltato e mountain bike col cambio Shimano si pagano con la carta di credito. O le cui non notizie si pagano ad ancor più caro prezzo: con l’estinzione delle menti critiche, curiose. Che esigono di sapere che c’è oltre il cortile di casa, dietro il sipario o quali cursori muove il lucista.
Dalla TV italiana (quella per tutti), è scomparso il Mondo. Come se oltre il Brennero o Lampedusa ci fossero le Colonne d’Ercole. E, con lui, gli avvenimenti. Quelli tragici e quelli belli. La fame, il razzismo, la guerra. Un bimbo che vede la luce, nonostante tutto. Il popolo di uno sperduto continente che si affranca dalla dittatura. Nulla. L’orizzonte è quello tristarello, monocorde, nebbioso, dell’Italia. Con i suoi falsi miti dello spettacolo, che raggiungono la (pseudo) fama, senza possedere abilità alcuna. Con il Giuoco del Pallone, gonfiato di chiacchiere come un vecchio tacchino di estrogeni, affinché possa ancora risultare (un minimo) appetibile. Con la sua politica. Fatta di dichiarazioni, controdichiarazioni, misere beghe, alleanze di comodo, battaglie ed interessi di parte per risultati di parte.
Ecco. Al Garolfo piacerebbe molto che quella scatola tornasse a diffondere le parole e le immagini cristalline e sincere di una volta. In grado di far emergere gli italiani oltre i miasmi che ormai, da troppo tempo, respirano. Loro malgrado.