Il Garolfo osserva in TV il ragazzo minuto, biondo, parlare, interrompersi, singhiozzare, piangere. Rispondendo alle domande di un plotone di giornalisti che neppure il Presidente Obama. Il tutto dopo la confessione e le condanne del web, le prime paginone dei quotidiani ed i servizi al vetriolo dei tiggì, che per l’occasione accantonano l’emergenza caldo e le percentuali delle serrande alzate a dispetto dell estate. E pure dopo le dissociazioni della FIDAL (quella a cui non si nega mai l’obolo per partecipare alle garette podistiche), le condanne del CONI, della CIA, dell’INTERPOL, del Comitato dei Dopolavoro Ferroviari, dell’AEI (Associazione Erpetologi Italiani) e dell’ APITDQ (Associazione Proctologi In Trattamento di Quiescenza). Pure il Codacons ha chiesto “analisi su tutti i campioni di urina dell’atleta in possesso delle società sportive”. Il Garo si attende che, in considerazione del prezzo di benzina e gasolio, i Paladini del Consumatore richiedano pure l’esame per la ricerca di carta moneta occulta nelle feci dei petrolieri. Il Nostro pensa altresì che non sarebbe corretto, per il Paese che tollera nani, mignotte, ruffiani, raccomandati, tangentari, semplici ladri, crocifissi strofinati ovunque, accettare questo ulteriore, fatale, tradimento.
Il Garolfo si chiede vieppiù perché l’atleta non abbia gridato al complotto, ai brogli, ad un golpe, all’intervento di entità trascendenti di probabile provenienza marziana. Come è d’uso uso tra i politici, “che la colpa è di chi tiene i conti” o tra i cugini calciatori o ciclisti, “che in ricevitoria ci si va solo per giocare i numeri di scarpe della nonna sognati al lotto” o “che sono risultato positivo al doping a causa delle caramelle alla maria della zia giamaicana“. Ma il Garo si risponde che con tutta probabilità il ragazzo biondo ha pensato ai Suoi, alla ragazza, agli amici, alla vocina interiore. E non se l’è sentita. Pur consapevole che se nel Bel Paese non si dispone di una robusta rete protettiva, la confessione di un tragico errore può risultare letale, come il proietto per un piccione od un piattello. Il Garolfo si augura che le lacrime cadano e scivolino via veloci, senza incontrare la selva del pelo sullo stomaco. Particolarmente rigoglioso (per converso), su chi vomita fino allo sfinimento le proprie verità in faccia alle telecamere. Senza pudore e contraddittorio alcuno.