Il Garolfo vola con l’intelletto tra gli astri. E pensa a quanto terreni, e poco astrali, siano gli italici racconti di una “nostra” dama che è volata fin lassù, ai confini del mondo. Nelle reti ammiraglie del Servizio Pubblico Televisivo, sempre pronte ad officiare le tristi liturgie dei tolc sciò, ad ospitare morbose cronache di delitti e ficscion con la tonaca, il lancio scompare. Riguarda solo gli americani, i russi e, forse, le stelle. Come se quella donna dal sorriso brillante e vivace, nulla avesse a che vedere (e, forse, così è), con la melassa dolciastra che ricopre lo Stivale. Come se la tenacia, la determinazione, la fatica, la costanza, il sacrificio, il sonno, il jet leg, fossero cose secondarie, poco, importanti, avulse dal nostro essere italici. Non meritevoli di una prima serata.
L’americano (l’astronauta, N.d.R.) faceva una cosa disgustosa. Staccava i pezzi di piadina e li prendeva al volo, faceva il buffone (…), lo scemo. Samantha non è sposata. E’ solo fidanzata con un ingegnere aerospaziale francese. Cara Samantha. Tu hai sette mesi di solitudine. Se vuoi fidanzarti con uno dei due che stanno con te, lo puoi fare. Non con lo scemo che si mangia la piadina, ma con l’altro.
Rai Radio Due, CaterpillarAM 24 novembre 2014.
Da noi, conta chi è fidanzato di chi, e magari, per chi già è fidanzato, conta se si fa o meno un altro. Da noi conta se si mangia la piadina e come la si mangia. E se non la si mangia come si deve, pure in assenza di gravità, si è scemi e buffoni. Magari plurilaureati, pluridecorati e con un curriculum da mazzo tanto. Ma pur sempre scemi e buffoni. Da noi è normale pensare che se una donna (o un uomo) convive per lavoro con altri uomini (o donne) per più di tre giorni, il suo fine ultimo diventi quello di infilarsi sotto le coltri con qualcuno di loro. E chissenefrega del fidanzato, del marito, della missione, degli esperimenti. Il Garolfo pensa a come (almeno) la tivvù e la radio pubbliche, certi accadimenti, li dovrebbero raccontare con dovizia di particolari scientifici, maneggiandoli al contempo con estrema cura, delicatezza e riguardo. Con rispetto sacrale. Come si trattasse di vacche, in India. Per elevarci, renderci (più) attenti, istruiti, rispettosi. E consapevoli del fatto che i sogni, da soli, non s’avverano. Come questa gran donna, cresciuta tra i monti, c’insegna.