Archivi del mese: gennaio 2010

iTuribolo.

La Chiesa intera guardi a Internet con entusiasmo e audacia e i sacerdoti diventino navigatori della Rete, partecipino ai social network e portino la parola di Dio nel grande continente digitale”. Il Garolfo legge con trasporto le parole del Sommo Pastore (rectius, del suo cibernetico ghostwriter) e pensa a sacerdoti  imprecanti (nel rispetto dei divini dettami, s’intende), innanzi ad una tastiera, tra cavi, routers, configurazioni, drivers, contratti di fornitura che promettono (e non mantengono) trascendenti velocità di navigazione. Si immagina curati che rifiutano, su Facebook, le amicizie di navigatori separati, divorziati o rei confessi di congressi carnali prematrimoniali. Che editano blog un pochino soporiferi e lontani dalla realtà (come alcune omelìe) e cinguettano su Twitter passi delle Sacre Scritture. Peccato, per questi Portatori di Parola Digitale, che la Rete raggiunga un numero di fedeli telematici addirittura inferiore a quelli che alla domenica varcano le soglie dei Sacri Edifici di Culto. Secondo la modesta idea del Garolfo, per colmare questo gap tutto italico, anche le Gerarchie potrebbero metterci del loro. Magari pepando un poco il dibattito “sui muri appesi ai crocifissi” negli edifici pubblici, con la proposta di inserire un’antennina Uai Fai in ogni crocetta di legno. Per navigare come Dio Comanda attraverso le onde delle reti pubbliche, sarebbe comunque necessario ottenere login, contrologin, password, presentare patenti, carte di identità, porti d’arma, libretti della pensione, abbonamenti del tram, tessere sanitarie, codici fiscali, partite iva, licenze di pesca o di fuochino, social cards. Oltre che soffrire rannicchiati al freddo su una panchina del centro con il Laptop sulle ginocchia o sotto gli occhi di un barista impaziente di liberare il tavolo per il prossimo cliente. A meno che, i Quadri della Santa Romana Chiesa, di solito particolarmente audìti negli emicicli parlamentari, non riescano a persuadere il Beato Legislatore ad abolire quella perversa e diabolica normicina che rende l’Italia un unicum nel globo, quanto a baluardo nella lotta contro terrorismo. O a favore di notizie televisive parzialmente scremate.

Per i “Garolfi” interessati ad approfondire:

Rete per la libertà della rete

Il Wi Fi rimane blindato anche nel 2010

Wi Fi pubblici fuorilegge in italia?

Ultim’ora. Già pronte le prime applicazioni  iPad (ultima creazione Apple), per CyberCurati, perpetue, sacrestani.

iOffertorio. Sfruttando l’accelerometro, permette ai fedeli che si accingono all’offertorio, di tenere in perfetta posizione orizzontale le ampolline con acqua e vino, opportunamente adagiate sulla nuova meraviglia tecnologica di Steve Jobs. Evitando così irrituali, dispendiosi, antiestetici sversamenti.

iTuribolo. Sfruttando il GPS dello stesso meraviglioso dispositivo di cui sopra, permette di calcolare le oscillazioni del turibolo, ottimizzando al grammo i consumi di incenso per singola celebrazione, giorno, mese, anno liturgico.

iRiconciliazione. Previa inserimento (per il mezzo di tastiera virtuale), del numero dei peccatori in attesa fuori dal confessionale (e del nome del Ministro Riconciliatore), l’iPad calcola il tempo di attesa approssimato al minuto. Contiene database d’ausilio per gli assolti, aggiornato con le preghiere di penitenza più impartite nell’ultimo mese.

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Naturale regolarità.

Il Garo, come consuetudine, procede al rito della vestizione per gettarsi in strada e respirare un pò di aria fresca serale. Immediatamente balza all’occhio il numero insolitamente elevato di podisti “della domenica” nonostante il giorno feriale, alcuni dei quali mai notati prima d’ora lungo il torrente. Pensa alle feste da mò trascorse, agli eccessi, ai pasti pantagruelici. Panettoni, pandori & affini che hanno instillato nei loro divoratori sensi di colpa vincibili solamente togliendo dalla naftalina succinte tutine da corsa e scarpette ginniche indurite. Corpi legnosi dal perimetro importante, intabarrati di colori fluorescenti, guantoni, passamontagna, fuseaux neri a fil di pelo che spuntano dai pantaloncini corti della Adidas. Le articolazioni scricchiolano e le falcate non sono propriamente dotate di ampiezza olimpionica. Il Garolfo, trotterellando pure lui, pensa a come potrebbe essere vuoto il portafoglio del vetusto musicista dal ciuffo corvino, se almeno una piccola percentuale di questi sportivi dell’anno nuovo riuscisse a mantenersi virtuosa per almeno qualche settimana ancora. Così, in luogo della panacea per il colesterolo in eccesso, i consumatori si tufferebbero in acquisti compulsivi di yoghurt della valletta bionda. Quello più amato dai gonfi (rectius, dalle gonfie). E da coloro che attendono con trepidazione il rinnovo del permesso di soggiorno.

Dieci.

Il Garolfo è ancora ebbro delle ciance con gli amici. Della luce maschia del fuoco nel caminetto, filtrata da fumo in banchi e da cadaveri di vetro esanimi disordinatamente sparsi sul lungo tavolo di legno, con il sigillo dei Monopoli di Stato che si interrompe repentinamente sotto il tappo, per riprendere in un altro luogo del collo trasparente. Quegli amici che si incontrano per la prima volta o solo durante le Feste Comandate, ma è come si fossero incontrati ogni fine settimana. Quelle ciance che riportano agli anni che furono ed agli inevitabili e dilettevoli (oltre che un filino nostalgici) paragoni agli anni che sono. Hanno risposto all’appello di fine anno lo sfrondato, il cinico, l’osservante, il teatrante, l’annusatore, il riflessivo

Accende quasi per sbaglio la tivvù, esotericamente sintonizzata sul proprio tiggì “preferito”, quello del Primo Canale. Collegamento in diretta (!) “con il regno dello shopping capitolino, via Condotti”. “In fila da quanto tempo? In cerca di che cosa? Cosa avete comprato? Quanto avete speso? Quanto ha risparmiato? L’avvio dei saldi a Roma è andato bene, ora colleghiamoci con Milano. Si è posta un limite di spesa? Ci sono ancora occasioni in giro? Che sconti fate ai clienti?”. Il Garolfo è profondamente sorpreso di questa epocale svolta verso il giornalismo d’inchiesta: certo, si deve ricredere. Proprio lui che ha sempre diffidato dell’adagio “anno nuovo vita nuova”. Il Nostro, tuttavia, ama la tradizione e decide di non riportare su queste pagine i rimanenti scoop di inizio anno, limitandosi a riproporre, paro paro, per il secondo anno consecutivo, il post dell’AnnoDomini duemilaotto (rinvenibile a questo link ), invitando i visitatori del blog ad indicare le vitali notizie di inizio anno ivi colpevolmente non menzionate.

Terminato il proprio programma preferito (e venuta quindi meno ogni logica motivazione a tenere viva la luce azzurrognola del tubo catodico), aziona il pulsantino rosso dell’off. Ripensando, ancora per un istante, alle ciance ed agli amici: quelli che si incontrano per la prima volta e quelli delle Feste Comandate. Ora, che la quotidianità si staglia nuovamente all’orizzonte. In vigile, inesorabile agguato.