Archivi del mese: agosto 2010

Adiuvanti.

La scarsa porosità e ruvidezza della carta rende il rotocalco poco utile per un utilizzo, ehm, diciamo biblico. Tra il resto, il medesimo non si presta neppure ad essere di aiuto nell’accendere la stufa, poiché produrrebbe solamente quella fastidiosa ed inconcludente fiammella blu. Il Garolfo si rassegna allora a trarne beneficio d’altro genere,  sfogliandone distrattamente alcune pagine anche al fine di trovare le ultime nuove sulla bionda pulzella che combatte il gonfiore a colpi di cucchiaiate di yoghurt ed il secco figlio d’arte con occhietto turchino. “Antonella, la cenerentola, è tornata regina della Rai”. Con tanto di servizio fotografico della procace presentatrice-cuoca che reca in braccio la sua piccola con la punta del nasino pixelata. Così, tanto per non creare incomodi al Garante della privacy e mettere in salvo l’etica professionale. “Per Ricucci e la sua pupa, vacanze sempre più calienti; Flo (?) non riesce a staccarsi un attimo dal Suo Stefano e si avvinghia a lui come se fosse il suo salvagente….”. E ancora, pagina dopo pagina. “Così Renzo ha abboccato all’amo della biondissima pupa…”. Il Garo nota come la pargola non porti il nome di Lucia e la riccioluta matricola con le branchie non tenga stretto nella mano destra alcun cappone. “Renzo ama Lilli, la mia cagnolina…io e lui ci diciamo sempre tutto…”. Si passa quindi a Nicole Grimaudo: “Il mio sogno nel cassetto: diventare mamma…”. E il Garo che già fantasticava sul suo desiderio di conseguire la laurea in ingegneria per l’applicazione pratica del nucleo dell’atomo desunto dai principi della fisica nucleare e dall’interazione tra radiazione e materia…“. “Pizzicati in Sardegna Alberto Aquilani e Michela Quattrociocche. Sembra che l’attrice (?) non veda l’ora di lasciare l’Inghilterra…”. “Roba da non dormirci la notte”, rimugina il Garolfo.

Ma lo stimolo decisivo e liberatorio sopraggiunge improvviso ed inaspettato con l’intervista a Luce Caponegro (in arte Selen). “Un passato da attrice a luci rosse, oggi mamma e donna che ha voglia di famiglia”. Sono passata nel fuoco senza bruciarmi .  Ho paura ad aprire il mio cuore, non mi mancano i corteggiatori, ma finché è amicizia sono socievole, poi abbasso la saracinesca“. Ecco. Al  Nostro sovviene il ricordo del vetusto macellaio di fiducia.  Pure lui ha deciso di cessare l’attività professionistica, dopo averla tenuta aperta per decenni (la saracinesca). Feste comandate comprese, tra fegatini, ossibuchi, stinchi e controfiletti. Ma nulla gli può vietare una bella fettina di cotechino a Natale ed una succulenta grigliatina.  Ogni tanto….

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Selezioni.

Il Garolfo, visti le ginocchia ed i polpacci un poco dolenti, scende per una trentina di secondi dalla sella per poi inforcare nuovamente la fida (e datata) mountain bike. Dopo tanto faticare adagia il ronzino gommato a lato della strada bianca scorgendo, poco distante, i quattro sgabelli in tessuto rosso, attorno ai quali vi è un grande armeggiare. Estrae la propria copertina in ciniglia dallo zaino e si adagia soave, dopo aver attinto avidamente alla borraccia. Si sdraia e pochi minuti più tardi si lascia invadere i padiglioni auricolari dalle concilianti e sopraffine melodie dei quattro sax, sapientemente annodate tra loro, le cui note proseguono poi per la loro strada perdendosi tra i sassi della malga ed i boschi di larice. Solo qualche applauso scrosciante come intermezzo, proveniente dalla congerie umana all’uopo ivi sopraggiunta ed abbigliata con calzettone lungo, zaino, cappellino, maglioncino tecnico & similari.  Una mamma, imbarazzata, cerca di convincere (con insperato successo), il proprio pargolo  a moderare il tono della voce.  Come coreografia naturale un anfiteatro montuoso,  circondato da tanto blu e da qualche nuvolone nero appeso alle cime e come adagiato, nella parte inferiore, su di un immaginario piano trasparente. Anche qualche campanaccio di vacca ed un sottofondo di ruscello dicono la loro. Pure qualche fresca margheritona (pure di vacca) diffonde nell’ambiente il proprio gradevole umore. Il Nostro cerca di concentrarsi ed immagazzinare, nella scarsa memoria ram di cui dispone, suoni, odori, immagini, pensieri. Da cui attingere, un migliaio di metri più in basso (ed un paio d’ore dopo), al fischio del primo SUV ed alla prima emissione acustica altrettanto inquinante di un neonato isterico (figlio di altrettanto isterici genitori in vacanza), rappresentata da un suono molto simile a quello del maialetto che teme per la trasformazione della propria tenera carne in salsiccia. Il Garolfo scopre così che anche per il genere umano esiste la selezione della specie. In questo caso, però non è necessaria la compresenza del pesce grande e di quello piccolo: sono sufficienti qualche centinaio di metri di dislivello, oltre alla totale assenza di strade carrabili e/o impianti di risalita in attività.