
Il Garolfo rammenta le parole della nonna Lisetta nel narrare delle ostiche domande del giovedì sera, al Rischiatutto, con il Mike e la Sabrina Ciuffini, in onda sul Secondo. 25.000 lire sudate a suon di talento, nella fase preliminare. La nonna, bontà sua, assiste il Nostro da lassù, ma la tivvù persevera nella erudizione dell’italico popolo. A suon di record. L’uomo con la pelle più elastica, l’uomo più peloso, quello più alto e quello più basso, l’uomo gatto e quello che ribalta una utilitaria (senza motore) in giro per lo studio. E ancora, la donna Centrale del Latte e l’ ispanico autotrasportatore che si crogiola tra migliaia di scarafaggi croccanti e puzzolenti, in un’urna di plexiglas. Menzione di merito pure per l’intellettuale della natica, che rompe una lunga serie di noci con il didietro. Puro genio, roba da far impallidire la signora Longari. E l’abbonato gode per lo spettacolo e si ammanta in un forte senso di autostima per la propria condizione: sicuramente diversa e migliore di quella dei recordman. Anche questa è psico-tele-alfabetizzazione. Il Garo osserva come non potesse assolutamente latitare la donna più rifatta, giusto per non negare un filino di speranza a tutte le fanciulle che di fronte allo specchio storcono (oltre il limite di una già palese asimmetricità), il naso. In fondo, un piatto di minestrone caldo, qualche graffetta, un paio d’ etti di botulino (“son due etti e mezzo, lascio?”) e qualche brugola per riavvitare la mascella nella sede più appropriata, non si negano a nessuno. Per fortuna, di tanto in tanto, l’Idillio dei Record è interrotto da qualche intermezzo pubblicitario che prova ad attribuire dignità allo status femminile (vedi), pervaso, ahinoi, da un onda oceanica di velinocrazia. Con buona pace per gli oranghi (quelli veri, non i Cristiani a caccia di belle dame). Tutto è perfettibile. Per il momento un bel sei (rosso) per l’impegno.
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