Archivi del mese: novembre 2013

Monoscòpi.

Il Garolfo non riesce a togliersi dalla mente l’acqua marrone che scorre impetuosa, laddove prima camminavano le persone, transitavano le auto e pascolavano gli animali. E, parimenti, non riesce a scacciare un pensiero. Nel Disastrato Paese esistono decine, centinaia di canali televisivi. Che inondano quotidianamente le case di vaniloqui, non-notizie, battibecchi, chiacchiere i cui mittenti sono spesso personaggi impresentabili.  E di cronaca, quella nera. Perché si sa, lo spettatore medio è come le mosche da macelleria, quelle color verde cangiante. Ecco allora il racconto romanzato del tragico evento, la storia strappalacrime, il dettaglio raccapricciante, l’intervista con microfono sparato in faccia ad una persona inerme, con i lucciconi agli occhi. Che ha perso casa, affetti, ragione di vita.

E’ la televisione ex post. Quella che aiuta l’italiano a piangere, a commuoversi passivamente, ad autocommiserarsi. Una montagna di energia inutile e passiva, atomizzata nello spettro radioelettrico. Ecco. Il Garolfo pensa come al Paese servirebbe tanto (ora più che mai) una televisione (un’informazione) ex ante. Distante da partiti e movimenti politici. Che rovisti con robusti guantoni nei cassonetti delle notizie, che approfondisca seriamente, che proponga inchieste, che scoperchi verminai. Che renda i cittadini esigenti, consapevoli, (più) liberi. Che denunci i comportamenti conniventi, delittuosi, fraudolenti, colposamente omissivi. Che preservi dal malaffare e dagli accadimenti tragici, più che attenderli passivamente comme manne per l’odiens. E questo sarebbe tantopiù doveroso da parte del Servizio Pubblico. Il primo a doversi (quantomeno) interrogare  sul contenuto di molti dei suoi telegiornali. Infarciti di sagre dello gnocco fritto, di maratone dello shopping natalizio, di morse del caldo e del freddo, di cagnetti delle star, di vezzi della Reale Famiglia britannica. E, all’occorrenza, di facce contrite e pseudo commosse, a buoi scappati.

No. Secondo il Garolfo un’informazione siffatta l’Italia non la merita, oltre a non potersela più permettere. Altrimenti, tanto vale, la deriva. Illuminata dai vividi colori di un bel monoscopio.