Archivi del mese: luglio 2008

Suvvia!

Il Garo si appresta ad allestire il suo nuovo acquisto. Un bel lampadario a gocce di cristallo che fa sempre un poco anni settanta. Libreria in legno massello e relativi volumi rilegati in pelle. Portasapone. Mobiletto in arte povera per adagiarvi il telefono. Tappeto persiano con tanto di certificato di garanzia scritto a penna stilo. Lettiera per il micione. A bordo. Il nido viaggiante è al completo. Fari allo xeno (dicono essere un gas e non un insulto). Ruote dal raggio indefinito con battistrada profondi e scolpiti per un quotidiano e moderno prodigio della divisione delle acque. Profilo impetuoso di vernice metallizzata con immerse, nelle terga, due condotte forzate (e cromate) da centrale idroelettrica che sputano gasolio incombusto. Il Garolfo ritira la scaletta, chiude la portiera, inforca i suoi occhiali avvolgenti “stileinconfondibile“, controlla il check panel, gira la chiave, schiaccia uno dei soli due pedali e via, con un sibilo da aeromobile in rullaggio. Tempo cinque minuti ed è tempo di onorare la rata di mutuo. Niente banche. Niente usurai. Niente prestiti magnanimi di parenti e amici. L’esattore ha le sembianze di un omino minuto, pelle olivastra, cappellino grigio rosso e giallo con l’effige del cane a sei zampe che alita fiamme.

Il Nostro salda e si rituffa nella bituminosa giungla metropolitana. Un segnale esagonale rosso con scritta bianca sfreccia alla sinistra. Vabbè, passato. Sarà per la prossima figura geometrica. Un lieve sussulto acccostato ad un tenue, soffocato ed apparentemente lontano rumore di lamiera accartocciata. Dal vetro fumè il Garo scorge, ai piedi dello sconfinato cofano, un cubetto di ferro rosso e fumante, vagamente somigliante ad una fu Seatmarbella. Dal lunotto deformato sguscia un lumacone incanottierato, imprecando furibondo con le vene gonfie. Il Garolfo abbassa quasi scocciato il volume dello stereo; solleva gli occhiali a cerchiello; ordina al finestrino di ritirarsi nella portiera; chiede con distaccata sufficienza, sporgendo il gomito, se c’è necessità di un autolettiga. Subito, o, se, magari, è più utile attendere la fine della rappresentazione (si veda *). Pensa alle ultime parole del giovane concessionario incravattato. “Guardi, il SUV è come un bel piumino d’oca a dicembre o l’aria condizionata in agosto: fa male a chi non ce l’ha”. Osserva timoroso l'(ex) autista nella sua canotta che fa fluttuare i pugni accanto al cubo di latta. Pensa, guardando il solido colorato, che il venditore d’auto di fiducia, con la giacca elegante ed i pantaloni in fustagno, in fondo, aveva ragione. Solo in parte, però. E si prepara, come un violino prima del saggio (*) di fine anno, ad essere suonato con sublime perizia.

Pubblicità

Primodentino.

Pochi momenti sono così eccitanti nella vita di un blogger come la scoperta dell’eruzione del primo dentino della propria creatura. Trecentosessantacinque giorni sono trascorsi dalla prima sgambatina in Rete del Garolfo, dal primo approdo sulle rive virtuali di questo sito. In solo un anno il mondo (e l’Italia), rivoluzionati.

Gli eletti finalmente si fanno incalzare da giornalisti tignosi, confutando punto su punto le loro pungolature. I Direttori dei tiggì hanno deciso di lasciare la loro parte di lavoro ai metereologi e non mostrano più gli anziani d’estate che si arieggiano con i giornali sulle panche del parco, i bambini che bevono avidamente l’acqua clorata delle fontane e le strade delle città desolatamente vuote sotto la canicola, con i semafori lampeggianti che se ne fregano di chi ha precedenza. I Direttori medesimi hanno vieppiù consigliato ai loro sottoposti di dedicarsi alla narrazione di novelle un pochino meno vacue rispetto a quelle di seguito elencate. Il campionato di Hot Dog di Coney Island (solo per stomaci di ferro); il problema delle scimmie obese dello zoo di Shangai; l’incidente (senza feriti) sull’autostrada del Canada: da un camion evadono 12 milioni di “esseri volanti” (api) (*)

La Società Autostrade sconta il pedaggio del 50% a chi utilizza la saponetta grigiogialla, trasferendo ai già spennati utenti parte del risparmio per il casellante messo a fare la contabilità in un ufficio, fuori dal casotto di acciaio. Gli automobilisti, a loro volta, non si ammassano tutti assieme, lo stesso dì, sulle strade, sotto il solleone, con l’orecchio teso alla marconiana Ondaverde (viaggiare infornati). La banca sotto casa non applica più la commissione di Massimo Scoperto, perché a Massimo, che è il Direttore, la mamma ha messo il trapuntino (sennò gli si infiamma il nervo sciatico, come ai correntisti). Le compagnie dei telefonini, bontà loro, hanno rinunciato ad attivare a tradimento le segreterie telefoniche (con le quali paga chi chiama, paga chi riceve e paga pure l’appuntato che ascolta con le cuffie, davanti ad un mixer e ad un brogliaccio).

Il Garo si illude intimamente che parte di questi cambiamenti epocali sia da attribuire al suo blog. Ride senza ritegno, piega il capo verso la sveglia sul comodino che gli donò la sua nonna: un colpo secco ed il silenzio torna a regnare. Si, si, due minuti ancora.

(*) Serie di “ultim’ora”, sfornate nel rigoroso ordine d’apparizione di cui sopra, dal Tg2, ore 20.30, di domenica 6 luglio 2008. Per una compiuta definizione di servizio pubblico radiotelevisivo, click qui.