A chi.

A chi ride, con il “sorr” davanti o senza.  A chi convive con il nodo in gola e a chi cerca di scioglierlo.  A chi patisce per un distacco e a chi gioisce per un incontro. A chi si abbraccia deciso al cospetto di un treno che allontana o che riunisce.  A chi guida  e a chi pedala. A chi comanda e a chi ubbidisce. A chi trasgredisce e a chi rispetta. A chi chiacchiera e a chi fa. A chi ama e a chi è (solo) amato. A chi batte cinque e a chi invidia (rancoroso). A chi strizza l’occhio e a chi fa il muso lungo. A chi viaggia e a chi resta a casa. A chi paga e a chi incassa. A chi il guinzaglio lo tiene e a chi lo indossa. A chi si butta e a chi si aggrappa. A chi va dal barbiere e a chi usa la macchinetta. A chi tiene la suoneria e a chi “meglio la vibrazione”.
A chi scivola sulla buccia di banana.

E a chi, quella buccia, la dimentica distratto sul selciato.

Buon Natale.

Dal Garo.

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