Giovanni, impiegato (parte seconda).

Gli affezionati del Blog del Garolfo sicuramente ricorderanno la storia di Giovanni, impiegato (rinvenibile <qui>) ed il suo colpo di fulmine per l’oggetto più ambìto dai pendolari autostradali. Ebbene, razzolando nella cassetta delle lettere, di ritorno a casa dopo una dura giornata lavorativa condita come un’insalatona greca dagli strali del capo, rinviene una letterina a lui indirizzata, recante “Proposta di modifica unilaterale del contratto Telepass Family.”

Gentile cliente,

per adeguare il contratto Telepass Family di cui è titolare a sopravvenute esigenze gestionali (?), dal prossimo 1° aprile 2010, verranno introdotte alcune modifiche che non comportano alcun impatto sulle modalità di utilizzo del servizio (?) e sul canone di locazione… (14,88 Euri annui, che il nostro Giovanni paga ben volentieri, in ossequio all’italico adagio “pagare per pagare”).

L’occhio torvo ed affaticato del nostro Padre di Famiglia scivola quindi sulla carta fino a scorgere il dettato del nuovo articolo 2.2. del contratto.

(…) In tutte le ipotesi di furto (!) o smarrimento dell’apparato Telepass, TLP addebiterà al cliente, nella prima fattura utile, l’importo di euro 30,00 (IVA compresa) a titolo di indennizzo per le spese sostenute da TLP per il recupero del medesimo a causa della mancata restituzione dell’apparato Telepass. E’ facoltà di TLP (lucciconi agli occhi per la magnanimità, N.d.G.), dietro espressa richiesta del Titolare, di non addebitare l’importo, nell’ipotesi in cui il Titolare fornisca prova di avere adottato tutte le misure idonee a garantire la sicurezza dell’apparato Telepass medesimo. In alternativa, il Titolare ha la facoltà di richiedere di corrispondere a TLP, l’importo mensile di Euro 0,07 IVA compresa , per ogni apparato Telepass attivo (!) ai sensi del presente Contratto e per tutta la durata del Contratto, a titolo di contributo spese per la mancata restituzione dell’apparato Telepass e per le spese sostenute da TLP per il recupero del medesimo. Tale importo mensile (quota di vitalizio previdenziale per la futura Classe Dirigente di Autostrade, N.d.G.), verrà addebitato fin dalla prima fattura utile successiva alla anzidetta sottoscrizione.

Il buon Giovanni si gratticchia il pizzetto, pensando a come si fosse romanticamente illuso del fatto che l’esiguo (?) canone annuale, ricomprendesse pure il costo di una polizza assicurativa per il furto e lo smarrimento del magico apparecchietto. E pensa, al contempo, di come potrebbe essere in grado di fornire la probatio diabolica nel caso di fatal evento. Potrebbe presentarsi, con il cappello in mano, innanzi ad un Punto Blu, guirando di aver smarrito la saponetta grigia in un fiume. A causa di una imprevedibile folata di vento insufflata nell’abitacolo dell’auto, indotta dal repentino cedimento del perno del blocchetto della serratura della portiera con contemporaneo collassamento del finestrino e del parapetto protettivo in plexiglas del viadotto. Per risparmiare i 30 Euri, a supporto dell’istanza di discolpa, potrebbe produrre gli atti di citazione in giudizio del costruttore dell’autoveicolo, della società che lavora nell’indotto dell’auto (SeraLaPortiera S.p.a.) e del Gestore della Strada Statale. Per non incorrere nel furto e rimborsare la saponetta, invece, Giovanni pensa ad una cassaforte da portare nell’auto, ad una cassetta di sicurezza in banca, oppure all’introduzione del Telepass proprio lì. Certo, proprio lì. Ma un barlume di lucidità lo aiuta a convincersi che una Banda del Buco munita di lancia termica potrebbe, in un istante, vanificare cotanta perizia nella custodia. Pure un ladro di Telepass specializzato in proctologia renderebbe tutto inutile.

Il nostro impiegato giunge quindi ad assumere una decisione tanto tragica quanto ineluttabile. Chiedere al proprio amato Capo un pomeriggio di permesso per adagiare la creatura di plastica nelle mani di un funzionario autostradale, con buona pace per il suo vitalizio. Non prima di un caldo, estremo, struggente tentativo di protezione. In fondo, di ladri proctologi, non ne circolano poi molti…

Giovanni, impiegato; al ritorno ai dialoghi con il casellante.

(Sempre più) uno di noi.

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